Orto botanico di Viterbo, un’oasi nel cuore del Lazio

Esplora un viaggio intorno al mondo nell’orto botanico più rinomato d’Italia, dal deserto australiano alle rose botaniche, dalle foreste tropicali alle specie mediterranee. L’ Orto Botanico di Viterbo ospita una vasta varietà di piante.

Offre ai visitatori un’esperienza unica per scoprire la bellezza e le caratteristiche distintive di diverse regioni del pianeta.

Immergiti nel deserto australiano e ammira cactus e piante succulente, adattate alla vita in condizioni estreme con forme straordinarie.

Le diverse anime in un giardino

Situato nella suggestiva piana viterbese, l’Orto Botanico dell’Azienda Agraria didattico-sperimentale dell’Università della Tuscia si estende su una superficie di circa 15 ettari, suddivisi tra l’Orto Botanico stesso (6 ettari) e il Parco del Bulicame (9 ettari), caratterizzato da una sorgente calda sulfurea e numerosi resti archeologici.

Inaugurato nel 1991, questo luogo incantevole ospita una vasta varietà di piante, accuratamente disposte per ricreare diversi ambienti che, nonostante le differenze, si armonizzano perfettamente tra loro. Durante la visita, si ha l’impressione di spostarsi da una stanza all’altra di una stessa casa, accompagnati da un filo conduttore che lega le piante australiane all’orto dei semplici, dalle rose botaniche alla macchia mediterranea.

Ciò che colpisce maggiormente è la dedizione e la cura con cui ogni dettaglio è curato, come se fosse un autentico tesoro. Non si tratta di un ordine sterile, ma dell’attenzione amorevole di un padrone di casa che si prende cura di ogni elemento, garantendo un’esperienza straordinaria ai visitatori.

L’Orto Botanico dell’Azienda Agraria è un luogo dove la bellezza della natura si fonde con la conoscenza scientifica, offrendo un’occasione unica per esplorare e scoprire il fascino delle piante. Qui, ogni passo rivela nuove meraviglie e invita a immergersi in un ambiente incantato, dove la cura e la passione si intrecciano in un connubio perfetto.

specie floreale del giardino botanico

Il tunnel dell’amore

Fin dall’ingresso del giardino, le rose assumono un ruolo di grande importanza. Iniziamo con la siepe di rosa bracteata che delimita il giardino dalla strada, seguita dalle imponenti macchie di rose banksiae. Queste specie, attentamente selezionate e non facilmente reperibili in commercio, aggiungono un tocco di esclusività al luogo. Ma è il magnifico tunnel di rose che attraversa il vasto prato, in piena fioritura, a catturare l’attenzione di tutti. Tale tunnel, rinominato affettuosamente “tunnel dell’amore”, rappresenta una straordinaria realizzazione. Non solo è uno spettacolo per gli occhi, ma offre anche un’esperienza olfattiva unica, grazie all’intensità e alla varietà dei profumi che si mescolano nell’aria.

Tra le numerose rose presenti in questo giardino eccezionale, meritano una menzione speciale le splendide banksiae botaniche, con i loro delicati fiori semplici, di colorazione bianca e gialla. Inoltre, non possiamo dimenticare la magnifica Rosa hugonis, scoperta in Cina nel lontano 1899. Questa rosa, dal carattere spinoso e dai fiori dorati dal tono giallo intenso, dona un tocco di eleganza e decoro al giardino.

L’Orto Botanico si rivela così come un luogo incantevole, in cui le rose giocano un ruolo di primo piano. Ogni varietà, con la sua bellezza unica, contribuisce a creare un’atmosfera di suggestione e meraviglia. Avventurarsi tra queste meraviglie floreali significa immergersi in un’esperienza sensoriale straordinaria, in cui il profumo avvolgente delle rose si mescola alla vista di colori vividi e delicati. Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura e degli spettacoli floreali.

Tunnel dell'amore all'orto botanico di Viterbo
Tunnel dell’amore (crediti: eventidellatuscia.it)

La serra di piante grasse da fiore

Una volta oltrepassato il suggestivo tunnel delle rose, il prato si apre davanti a noi, rivelando una piccola serra dedicata alle piante succulente più esigenti in termini di temperatura. Qui, grazie al sole che penetra all’interno, si crea un microclima con temperature molto più elevate rispetto a quelle all’esterno, simili a quelle delle loro terre d’origine. Questa condizione permette alle piante ospitate di sbocciare in un tripudio di fiori. Le piante sono disposte in aiuole sopraelevate, garantendo un ottimo drenaggio e creando un’ambientazione affascinante e ricca di spunti di osservazione e di eccellenze botaniche.

Già all’ingresso della serra, due maestose Agave attenuata catturano l’attenzione con la loro presenza. Sebbene siano comuni nelle regioni meridionali, queste piante si distinguono per il loro bel colore chiaro e la patina cerosa che conferisce loro un aspetto soffice al tatto. Le foglie a forma di spada, sempre ben equilibrate e preziose nella loro disposizione a rosetta, rendono le Agave attenuata un elemento decorativo di grande fascino.

Tra le numerose piante fiorite, spiccano diverse specie di aloe e gymnocalicium. In particolare, un esemplare splendido di Aloe melanacantha attira l’attenzione con le sue spine dalla particolare inclinazione, rivolte verso l’interno. Questi dettagli rendono ogni pianta unica e affascinante, offrendo agli osservatori una vista straordinaria da ammirare e apprezzare.

Dal giardino dei semplici alla macchia mediterranea

Attraverso il giardino dei semplici, un luogo che racchiude un lungo elenco di specie utilizzate per scopi alimentari e medicinali, si intraprende un percorso ad anello aperto che ci conduce alla suggestiva macchia mediterranea. Lungo il percorso, si possono ammirare piccoli riquadri dedicati a varie piante, creando un ambiente ricco di interesse.

Nella zona della pineta, purtroppo, alcuni dei maestosi alberi hanno subito danni irreparabili durante l’inverno del 2011. I forti venti e il grande carico di neve hanno causato la caduta di diversi esemplari, mettendo in evidenza la debolezza del giardino: lo strato sottile di terreno in cui le piante possono crescere è insufficiente rispetto alla loro rapida crescita e all’approfondimento necessario delle radici.

Proseguendo oltre la pineta, ci addentriamo nella macchia mediterranea, attraversando querce, lentischi, filliree e ginestre. Questa non è solo una finzione estetica, ma una vera e propria nicchia ecologica che offre rifugio a una varietà di uccelli e piccoli mammiferi. All’interno della macchia, spiccano alcune statue raffiguranti figure mitologiche, frutto di una felice unione tra arte, mito e ambiente circostante. Questi elementi contribuiscono a creare un’atmosfera unica e suggestiva, in cui la natura e la cultura si fondono armoniosamente.

Palme nell'orto botanico di Viterbo
Palme nell’orto botanico di Viterbo (crediti: tusciaweb.eu)

Da un lato all’altro del mare

Nelle immediate vicinanze della macchia mediterranea si apre il suggestivo giardino delle palme, come se ci trovassimo improvvisamente sulla riva opposta del mare, in un viaggio verso le coste dell’Africa.

Le palme sono disposte attorno a uno specchio d’acqua, creando uno spazio quasi onirico in cui il concetto astratto di palma, che tutti abbiamo come simbolo dell’esotico, si manifesta in forme e colori diversi. Questo palmeto si distingue per la sua posizione insolita, lontano dal mare e da un contesto di ville e edifici di pregio, tipici di altre realtà più conosciute. Canne, papiri e ninfee completano l’atmosfera suggestiva.

Le palme traggono vantaggio dall’acqua termale delle sorgenti del Bulicame, che un tempo veniva convogliata attraverso i campi utilizzando il metodo delle saie e che oggi crea una sorta di microcircolazione nel terreno, contribuendo al suo riscaldamento. L’acqua sgorga dalla sorgente, un residuo di antica attività vulcanica, a una temperatura così elevata che, per motivi di sicurezza, l’accesso al pubblico è stato limitato.

Tra le specie più riconoscibili, troviamo la Trachycarpus fortunei, la Phoenix canariensis, la Washingtonia filifera e la nostra Chamaerops humilis, unica palma autoctona europea. Queste varietà conferiscono un carattere distintivo al giardino delle palme, offrendo un’esperienza unica e affascinante per i visitatori.

Parco delle palme
Parco delle palme (crediti: tripadvisor.it)

La roccaglia multicolore

Dopo la serra, a valle si apre una meravigliosa roccaglia, abilmente costruita con pietre di riporto, formando una sorta di bordura fiorita che si rinnova con il passare delle stagioni e si offre allo sguardo come un dipinto impressionista.

Le prime ad attirare l’attenzione sono le corolle splendenti, quasi smaltate, delle Eschscholzia californica, con i loro petali mobili che si muovono al minimo soffio di vento, delicati come la carta velina. Questi papaveri americani stanno conquistando sempre più spazio nei giardini italiani grazie alla loro rusticità, alla convenienza economica, alla loro natura perenne e alla capacità di disseminazione. Inoltre, la gamma di colori disponibili, seppur non vastissima, è sufficiente a creare vividi contrasti. Queste piante richiedono un terreno sempre ben drenato e un’esposizione soleggiata.

A fare da contrasto alle corolle gialle dell’Aurinia saxatile, troviamo le foglie argentate e tomentose dello Stachys. L’armonia tra questi colori e testure crea una vista affascinante e suggestiva, donando alla roccaglia un aspetto unico nel suo genere.

Roccaglia Fiorita
Roccaglia Multicolore fiorita (Crediti: portaledelverde.it)

Il deserto delle succulente

Attraversando la zona umida, dove si raccolgono le acque provenienti dal Bulicame e gli alberi provenienti da diverse regioni del mondo, si apre un giardino inaspettato, un vero e proprio mondo trasformato. Da una ricca e suggestiva vegetazione verde si passa a una landa assolata, semidesertica e rocciosa, dove le piante succulente diventano le vere protagoniste. Non si tratta solo di una collezione o di una riproduzione di un microcosmo in uno spazio ristretto, ma di un autentico “deserto” che, suddiviso per aree geografiche, ospita una miriade di piante grasse e spinose, cresciute direttamente nel terreno e tra le pietre, come se fossero state portate dal vento.

È impossibile non rimanere affascinati dai maestosi esemplari di agavi o dai piccoli lithops che si aggrappano alle rocce. Ma il vero appassionato osserva con attenzione il colore dorato delle spine di Cylindropuntia molesta e si tiene a distanza, poiché queste piante hanno spine uncinanti difficilissime da rimuovere.

Un giardino così composto potrebbe sembrare autosufficiente agli occhi inesperti, ma nella realtà, e non solo per la sua estensione, richiede molte cure e attenzioni.

Deserto con le succulente
deserto delle succulente (crediti: touringclub.it)

La casa dei patriarchi

Le maestose piante succulente, di grande valore, appartenenti principalmente ai generi Euphorbia e Pachypodium (di origine africana) e Pachycereus (di origine messicana), conosciute come i “Patriarchi del deserto”, non sono adatte a resistere all’inverno all’aperto. Pertanto, sono conservate separatamente sotto una struttura metallica che viene aperta durante la bella stagione e chiusa durante i periodi freddi. Questa struttura, chiamata “casa dei patriarchi”, è stata progettata, realizzata e finanziata attraverso specifici progetti di raccolta promossi dall’orto stesso.

Questi esemplari sono il fiore all’occhiello del giardino, li ha accompagnati fin dai primi giorni e ne sono diventati il simbolo. La loro tenace resistenza rappresenta un esempio illuminante delle difficoltà che hanno dovuto affrontare per sopravvivere negli orti botanici del nostro Paese.

serra casa dei patriarchi
Serra “Casa dei Patriarchi” (crediti: tusciafotografia.it)

La serra tropicale

Dalla calura del deserto si varca una soglia e ci si ritrova immersi nell’ombra densa e fresca, resa continua dall’incessante irrorazione, della maestosa serra tropicale. Qui trovano ospitalità numerose specie delicate che richiedono temperature elevate e un’umidità costante, condizioni impossibili da replicare in qualsiasi angolo del nostro paese. Un nuovo scenario si apre di fronte a noi, facendoci sentire come se fossimo immersi in una lussureggiante foresta tropicale.

Tra le meraviglie che questa serra offre, vi invitiamo ad ammirare i banani, le passioni, le felci arboree e le orchidee, così come i magnifici filodendri con le loro grandi foglie incise. Ogni angolo di questo paradiso botanico è un invito a esplorare la straordinaria varietà della natura.

Australia e Oceania

La sezione più bassa del giardino, disposta attorno a un ampio specchio d’acqua, è dedicata alla flora proveniente dall’Australia e dalle isole dell’Oceania. Alcune di queste piante sono già attivamente coltivate come ornamenti per il giardino: callistemon, cordiline, eucalipti e acacie. Tuttavia, ciò che stupisce veramente è l’albero che sorge al centro dell’acqua, su un minuscolo isolotto, nascosto completamente dall’arco che i suoi rami creano quando si riflettono nell’acqua. A primavera inoltrata, questo albero si copre di fiori rossi, trasformandosi davanti agli occhi di tutti in una meraviglia esotica. Si tratta di un ibrido di ippocastano a fiori rossi, un’attrazione che vale la pena di essere ammirata.

L’effetto visivo creato da questo design è di grande impatto e sarebbe sicuramente meritevole di essere riproposto in altri contesti. L’idea progettuale di questa sezione del giardino è un vero colpo d’occhio e lascia un’impressione duratura nella mente di chi la visita.

Info

L’Orto Botanico “Angelo Rambelli” è situato davanti alla sorgente termale del Bullicame, a circa 3,5 km dal centro storico di Viterbo.

AUTOSTRADA A1 –Uscita Orte: Superstrada Orte-Viterbo – Proseguire fino all’uscita Viterbo Termeed

Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 13:00.

Il biglietto intero costa € 5,00

Per maggiori informazioni telefonare: +39 0761-357028

Oppure visita il sito ufficiale: http://www.ortobotanico.unitus.it/index.php/it/

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