I giardini della Villa Reale di Marlia: il tesoro di Elena Bonaparte


Frutto di un’importante progettazione architettonica, la Villa Reale si erge a Marlia, nel comune di Capannori, provincia di Lucca. Questo complesso monumentale rappresenta una testimonianza storica di grande rilievo.

La sua maestosità e la sua eleganza sono indiscutibili, affascinando visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

Immersa in un suggestivo parco di dimensioni generose, la Villa si presenta come il risultato di interventi stratificati nel corso dei secoli, ad opera dei suoi vari proprietari. Già nell’epoca longobarda, nel IX secolo, sorgeva qui un fortilizio che fungeva da dimora per il Duca di Tuscia. Successivamente, passò nelle mani della famiglia Avvocati e, a partire dal 1517 fino al 1651, fu posseduta dai Buonvisi.

Villa Reale Marlia
Villa Reale di Marlia

Durante il periodo di appartenenza alla famiglia Buonvisi, la villa divenne il fulcro delle attività di questa stimata casata. Tuttavia, nel 1629, l’impresa commerciale dei Buonvisi subì un fallimento finanziario che li costrinse a vendere gran parte delle loro proprietà, compresa la villa.

Nonostante questi cambiamenti di proprietà, la villa ha conservato il suo fascino e la sua bellezza, custodendo al suo interno una ricca storia che ha lasciato tracce indelebili nella sua struttura architettonica e nei suoi ambienti suggestivi.

La villa sotto la direzione di Elisa Baciocchi-Bonaparte

Nel 1806, la villa e il parco entrarono a far parte delle proprietà di Elisa Bonaparte Baciocchi, che ottenne la proprietà dopo una serie di intense trattative con il conte Orsetti, riuscendo infine ad acquistarla per una cifra considerevole, che si dice fosse di 500.000 (o forse addirittura 700.000) franchi in monete d’argento. Elisa, principessa di Lucca e Piombino, decise di chiamare la villa “Reale” in onore della sua presenza.

Contemporaneamente, Elisa acquisì anche la vicina Villa del Vescovo dalla Mensa Arcivescovile e iniziò immediatamente i lavori di ristrutturazione e fusione delle due proprietà. Uno degli obiettivi principali era ampliare il prato antistante la villa, portandolo a dimensioni adeguate alle corti europee che Elisa aveva visitato. Grazie a questa riorganizzazione, il parco venne raddoppiato e assunse uno stile in linea con il giardino all’inglese. Questo processo richiese la demolizione di gran parte degli arredi barocchi, soprattutto nell’area della Villa del Vescovo. Furono piantate numerose nuove essenze, scoperte nel parco reale di Napoli da un botanico appositamente inviato.

Fomtana nei giardini di villa Marlia
Fontana nel giardino (credits giornalesentire)

Nel frattempo, il palazzo tardo rinascimentale degli Orsetti subì importanti lavori di ristrutturazione in stile neoclassico. Fu rialzato di un piano e ospitò una piccola ma sontuosa corte con la sovrana. La direzione dei lavori fu affidata agli architetti Giovanni Lazzarini e Pierre-Theodore Bienaimè, responsabili del rifacimento della facciata, che venne adornata con cornici neoclassiche al posto del bugnato originale. Inoltre, fu aggiunto un portico con terrazzo sul lato posteriore, completando così la trasformazione del palazzo secondo il nuovo stile architettonico.

La villa sotto ai Borbone

Dopo l’interruzione dei progetti di riorganizzazione del parco, la villa passò ai Borbone, duchi di Lucca. Con l’arrivo della nuova sovrana Maria Luisa, l’architetto Lorenzo Nottolini arricchì la villa con una Kaffeehaus e una Specola di Lucca, ovvero un osservatorio astronomico. Tuttavia, quest’ultima rimase incompiuta.

Veduta del giardino e fontane
Visuale aerea del giardino (credits: giornalesentire)

Con il passaggio dello stato di Lucca alla Toscana, la villa divenne la residenza estiva dei granduchi fiorentini d’Asburgo-Lorena, ma la loro presenza non lasciò un segno significativo, se non per il saccheggio delle dimore lucchesi per arricchire le residenze fiorentine. Tra gli oggetti trafugati vi fu il magnifico letto del duca di Lucca, che attualmente si può ammirare nel Palazzo Pitti.

Successivamente, la villa entrò a far parte del patrimonio della Corona d’Italia e venne destinata ai Borbone di Capua, che rimasero fedeli alla dinastia sabauda. Durante questo periodo, la villa si arricchì di libri e di una corrispondenza tra i Borbone di Capua e l’ultimo duca di Lucca. Per preservare l’interesse pubblico, il comune di Capannori intervenne durante l’asta pubblica che si tenne dopo il 1919 per l’acquisto della villa.

Progettazione del parco

Durante il periodo di progettazione, la sorella di Napoleone aveva concepito l’idea di espandere il parco attraverso l’acquisizione di numerose proprietà circostanti, tuttavia questa visione non fu mai completamente realizzata. Tuttavia, un’imponente entrata venne costruita, caratterizzata da un cortile semicircolare e due palazzine di guardia in stile palladiano. Attualmente, una delle palazzine funge da residenza per il custode del parco. Questa sontuosa entrata si affaccia su un cortile semicircolare adornato da maestosi vasi neoclassici in marmo bianco, mentre l’accesso effettivo al parco si trova in posizione asimmetrica sulla destra.

Vista frontale di Villa Marlia
Veduta frontale della villa (credits: villarealedimarlia.it)

Di fronte alla villa si estende un ampio parco che offre una prospettiva panoramica priva di ostacoli visivi. Le parti del parco risalenti al XVII secolo si distinguono per la presenza di alberi sempreverdi e includono caratteristiche come il teatro verde, il giardino dei limoni e, sul retro della villa, un teatro d’acqua. Quest’ultimo si estende intorno a una grande vasca semicircolare decorata con rocce, getti d’acqua, cascate e statue raffiguranti divinità come Giove, Saturno, Adone e Pomona. Le maschere che spruzzano acqua, i vasi di fiori e la siepe accuratamente sagomata che sovrasta la vasca conferiscono un tocco di eleganza e bellezza al paesaggio circostante.

L’organizzazione dei giardini

All’interno del parco, è possibile identificare due assi paralleli all’asse principale della villa. Il primo è costituito da un lungo viale che conduce alla suggestiva Palazzina dell’Orologio. Il secondo asse si estende dal giardino dei limoni, che si compone di due parti distinte: una con quattro aiuole rettangolari e un’altra, rialzata di qualche gradino, con una grande peschiera dalle dimensioni di 20×10 metri. Questa splendida peschiera è delimitata da una balaustra che culmina in un magnifico esedra realizzato in tufo e pietra liscia, all’interno del quale è collocato il gruppo scultoreo raffigurante Leda e il Cigno. Di fronte all’esedra, lungo le rive della peschiera, si ergono le sculture cinquecentesche dei giganti che rappresentano l’Arno e il Serchio, da cui sgorga l’acqua.

Dettagli della fontana delle tre sirene
dettagli della fontana delle tre sirene (credits: civitatis)

Un altro asse, perpendicolare al precedente, comprende il vestibolo e il teatro di verzura. Quest’ultimo, realizzato nel 1652, ha una profondità di 24 metri ed è caratterizzato da siepi di tasso che delimitano i sedili in pietra disposti a semicerchio. Ulteriori posti a sedere per gli spettatori sono posizionati nei palchi con finestre a nicchia ricavate nella siepe semicircolare.

La separazione tra pubblico e spettacolo è delineata da una cortina verde e dalla sequenza di sfere di verzura che simulano le luci. Lo spazio scenico è caratterizzato da quinte, alte 5,50 metri, leggermente inclinate e intervallate da statue settecentesche in cotto che raffigurano le maschere della commedia dell’arte italiana, come Pulcinella, Colombina e Pantalone. Al centro, tra la scena e l’orchestra, due forme topiarie rappresentano il podio per il direttore d’orchestra e la buca del suggeritore. È qui che Paganini, invitato più volte da Elisa, si esibì e fu successivamente nominato Direttore musicale.

Giardino degli agrumi e fontana
Giardino degli agrumi credits: villarealedimarlia.it

Diverse sezioni di giardino

Mentre la parte superiore del giardino ha mantenuto quasi integralmente l’aspetto del progetto seicentesco, quella inferiore ha subito notevoli modifiche grazie all’intervento di Elisa Baciocchi. Con l’acquisizione della “villa del Vescovo” e di altre proprietà adiacenti, è stato possibile estendere e quasi raddoppiare l’ampio prato antistante la villa. La nuova configurazione del giardino presentava una struttura organizzata in gruppi di alberi asimmetrici e prati leggermente declivi, secondo il gusto romantico della vista panoramica tipica dei giardini all’inglese.

Nella parte inferiore, che comprende gli orti murati dell’antica residenza vescovile, è stato creato un lago circondato da boschetti popolati da daini, capre e pecore merinos, attraversati da ruscelli e percorsi ombreggiati da alberi come faggi, pini, lecci, querce, tigli, platani, ginkgo biloba, aceri e ippocastani. L’insieme è concluso da un laghetto allineato prospetticamente con la villa, caratterizzato da giochi d’acqua e una terrazza retrostante decorata con tre statue.

Vasi con agrumi
Viale e vasi con agrumi (credits: giornalesentire)

Tra gli elementi seicenteschi conservati troviamo la pittoresca chiesina e il suggestivo ninfeo noto come grotta di Pan. Quest’ultimo è composto da due parti, una aperta a pianta quadrata e l’altra chiusa a pianta circolare, entrambe adornate con ciottoli disposti in modo da ricreare l’atmosfera di una grotta naturale.

Info

Ingresso gratuito

Tutti i giorni aperto dalle 10:00 alle 18:00 

Ultimo ingresso 16:30

Fonti

italia.it

giornalesentire.it

wikipedia-villa reale di marlia

villarealedimarlia.it

civitatis.it

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